Sono assassini. Sono teneri perché adolescenti, del tutto indifesi contro il loro stesso crimine. Una sconvolgente galleria narrativa di «casi» di ragazzi criminali. Raccontati da un narratore consapevole che, in altre circostanze della vita, avremmo potuto benissimo trovarci dalla parte sbagliata della storia.
Giancarlo De Cataldo i suoi «teneri assassini» li ha conosciuti e studiati da giudice. Ma quando li racconta, lo fa da scrittore. Ed ecco una serie agghiacciante di ritratti che sembrano sospesi tra Natural Born Killers e il Truman Capote di A sangue freddo, e sono invece italianissime figure di un piccolo, profondo inferno delle nuove periferie. Dove la «verità» difficilmente, forse mai, sta nel processo. Abita, piuttosto, altrove: per esempio nella mente dell’assassino, in quelle distorsioni piú profonde dell’uomo che nessuno ha mai il coraggio di confessare fino in fondo, e che uno scrittore ha invece il dovere di raccontare.
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