«Banville riprende e poi distrugge l'impianto del giallo alla Agatha Christie. Uno stile meravigliosamente ricco e sofisticato» - The New York Times Book Review
«Una prosa bellissima. La padronanza di Banville nel descrivere l'animo umano trionfa su tutto.» - Booklist
«Un nuovo, imperdibile thriller dal maestro irlandese della narrazione.» - Kirkus Reviews
«John Banville al suo meglio. Un libro che inchioda il lettore alla pagina.» - Financial Times
La Seconda guerra mondiale è finita da poco e in
un piccolo monastero tra le Dolomiti si presenta un uomo, indossa un
loden sbiadito e ha un vecchio zaino di tela sulle spalle. È atteso.
Arriva dalla Germania, ha superato di nascosto le frontiere e cerca
accoglienza prima di continuare la sua fuga verso nord. Diretto in
Irlanda. Dublino, dodici anni dopo. Rosa Jacobs, giovane storica e
ricercatrice al Trinity College, viene trovata morta in un garage, in
circostanze che fanno inizialmente pensare a un suicidio. Incaricato
dell'autopsia, l'anatomopatologo Quirke arriva però alla conclusione che
la ragazza è stata uccisa. Il caso è affidato all'investigatore
Strafford, verso il quale Quirke nutre ancora del risentimento per
quello che è successo in Spagna, dove qualche mese prima sua moglie è
morta (se solo Strafford...). Nonostante le acredini i due iniziano a
indagare insieme: le frequentazioni di Rosa, le sue origini ebraiche e
il suo impegno politico e civile, aprono una pista inaspettata, che
affonda le radici nel passato e riporta alla luce alcune delle pagine
più oscure della storia europea. Mentre Quirke e Strafford sembrano
sempre più vicini alla soluzione, le loro vicende personali incrociano
le indagini e rischiano di mettere in pericolo tutte le persone
coinvolte.
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