Il commissario Berté come al solito mette tutto se stesso per risolvere, con una delle sue intuizioni geniali, un caso che ha radici molto lontane nel tempo.
Il Bogart è un vecchio ed equivoco hotel di
Genova. Qui, in un'afosa notte di fine luglio, due colpi di revolver
freddano, nella sua camera, un giovane uomo. Non ha documenti né abiti
né effetti personali e il suo volto è sfigurato. Su incarico del
questore, il commissario Gigi Berté lascia a Lungariva la sua collaudata
squadra investigativa, e anche i rilassanti bagni in mare, per buttarsi
a capofitto in una storia che si dimostra da subito complessa. Da cane
sciolto, Berté preferisce indagare seduto al traballante tavolino del
bar situato di fronte all'hotel, e frequentare poco la Questura di
Genova che sente estranea. Da dove partire per recuperare il passato del
misterioso uomo del Bogart Hotel di cui nessuno sembra interessarsi?
Gli inizi non sono semplici, nonostante gli inquirenti si avvalgano di
perizie balistiche, di telecamere e anche di precisi riscontri
biologici. Come sempre Berté deve affidarsi al suo fiuto e alla sua
capacità di ascolto. Sono infatti un giardiniere del cimitero di
Staglieno, una giovane prostituta, un ex militare albanese a fornirgli
importanti indizi. L'incalzante procedere delle indagini porta a una
scoperta inaspettata che ha radici in un tragico passato comune ad
alcuni dei protagonisti. Ed è proprio grazie a questa analisi a ritroso
che la vicenda dello sconosciuto del Bogart Hotel arriva alla logica
conclusione. Ma per Berté non c'è riposo: il destino lo incalza...
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