venerdì 19 settembre 2025

Donne delinquenti. Il genere e la nascita della criminologia di Silvano Montaldo (Carocci)

Nel corso dell'Ottocento nacque e si consolidò una nuova forma di conoscenza, la criminologia; al contempo le certezze elaborate dalle scienze medico-antropologiche sulla mente e sul corpo delle donne videro il proprio apogeo e la propria crisi, ed emerse la questione femminile. Il volume indaga le origini della criminologia individuando le modalità con cui essa spiegò la delinquenza di genere e identificando in Quetelet e Lombroso i cardini su cui ruotarono le principali concezioni della criminalità femminile. Più debole in quanto a forza, ma moralmente superiore, la donna di Quetelet pagava uno scarso tributo al delitto, protetta dalla società patriarcale che ne limitava la libertà. Intellettualmente, moralmente e fisicamente inferiore, la donna lombrosiana era il risultato di un adattamento evolutivo che ne aveva offuscato la mente e l'aveva allontanata dal crimine, ma l'aveva portata ad affinare le arti della menzogna e della seduzione. Riesumando antichi stereotipi misogini e diffondendone di nuovi, "La donna delinquente", il trattato pubblicato a difesa delle proprie tesi da Lombroso e Guglielmo Ferrero nel 1893, proponeva un'immagine della donna inaccettabile per le femministe e anche per una parte della comunità scientifica, e pertanto aggravò in diversi paesi il discredito che era caduto sull'antropologia criminale




I tre nuovi ufficiali di comando dei carabinieri in provincia di Varese

THE QUAKE - IL TERREMOTO DEL SECOLO (2019) | Trailer ITA del disaster movie

giovedì 18 settembre 2025

THE LAPLACE'S DEMON | Trailer del Film Thriller di Giordano Giulivi | LUNEDI' INDIE

Perché contare i femminicidi è un atto politico di Donata Columbro (Feltrinelli)

 Perché contare i femminicidi è un atto politico non è solo un’analisi tecnica, ma un appello a riconoscere la violenza di genere anche attraverso le sue rappresentazioni numeriche. Perché i numeri sono storie, le statistiche sono strumenti di potere, e contare significa dare visibilità a chi non ha voce.

«Il femminicidio non è un fatto privato, ma l’espressione di una violenza e di un abuso di potere sostenuto dalla struttura patriarcale delle istituzioni e di una cultura che vede l’egemonia maschile come normale, statisticamente e socialmente.»


Contare i femminicidi non è un esercizio di precisione statistica, ma un atto politico. In Italia, non esiste un registro ufficiale dei femminicidi, e il modo in cui vengono classificati gli omicidi di donne rispecchia un sistema che spesso minimizza la violenza di genere. Chi decide cosa contare? E soprattutto, chi ha il potere di negare la rilevanza dei numeri? In Perché contare i femminicidi è un atto politico, Donata Columbro, giornalista e divulgatrice esperta di dati, decostruisce l’idea della neutralità statistica e mostra come il conteggio dei femminicidi sia una questione di potere e resistenza. Attraverso un resoconto tra storia, giornalismo d’inchiesta e attivismo, Columbro esplora il modo in cui i femminicidi vengono registrati nei dati ufficiali e rivela molto sulla percezione istituzionale della violenza di genere. In Italia, l’assenza di un registro ufficiale implica che la violenza sulle donne venga inglobata in statistiche più generali, rendendo difficile una lettura chiara del fenomeno. Per questo motivo, il lavoro di raccolta dati condotto dai movimenti femministi e dalle associazioni assume un’importanza cruciale. A livello internazionale, esperienze come quelle di Brasile, Argentina e Messico dimostrano quanto il monitoraggio dal basso possa essere efficace nel denunciare e contrastare il problema. Questo approccio rientra nel cosiddetto “femminismo dei dati”, una prospettiva che vede nella raccolta e nell’analisi dei numeri uno strumento di giustizia sociale e attivismo politico, capace di sfidare le narrazioni ufficiali e proporre un cambiamento concreto. Perché contare i femminicidi è un atto politico non è solo un’analisi tecnica, ma un appello a riconoscere la violenza di genere anche attraverso le sue rappresentazioni numeriche. Perché i numeri sono storie, le statistiche sono strumenti di potere, e contare significa dare visibilità a chi non ha voce. Contare i femminicidi non è solo statistica, ma un atto politico





martedì 16 settembre 2025

L'UOMO DEL LABIRINTO (2019) | Trailer ITA del thriller con Dustin Hoffman

Pestilli (Cpo regionale) su libro Saman Abbas nelle scuole: "Insieme ai Carabinieri per prevenire"

La scatola dell'assassino di Janice Hallett (Mondadori)

 Tu hai tutti gli indizi. Tu conosci i segreti. Riuscirai a risolvere il mistero?


Quando Ava e Luke trovano in soffitta una scatola con la scritta TOP SECRET, vengono assaliti dalla curiosità. Da dove arriva quella scatola misteriosa? All'interno ci sono una serie di documenti che i ragazzi cominciano subito a leggere: pagine di diversi diari, ritagli di giornale, moduli e verbali... tutti risalenti al 1983! Presto si rendono conto di avere per le mani qualcosa di grosso: un omicidio avvenuto decenni prima e rimasto irrisolto. Ava e Luke decidono di provare a risolvere il caso da soli. Ma mentre ricostruiscono i fatti e raccolgono le prove, diventa evidente che il mistero nascosto in quelle carte non è rimasto sepolto nel passato: l'assassino è ancora in libertà, e potrebbe essere più vicino di quanto pensino... Tu hai tutti gli indizi. Tu conosci i segreti. Riuscirai a risolvere il mistero prima di Ava e Luke?




L'orologiaio di Brest di Maurizio de Giovanni (Feltrinelli)

L’inizio di una nuova storia per l’autore del commissario Ricciardi L’orologiaio di Brest  è una vecchia foto dimenticata, rimasta fuori dal...

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