Cornell Woolrich è un
uomo che ama spiare le donne. E quando riesce a liberarsi della claustrofobica
presenza di sua madre Claire, va a vivere in un palazzo che si affaccia sulle
stanze abitate da una presenza affascinante e misteriosa. Una violoncellista
che assomiglia a Jacqueline du Pré ma che non può essere lei, dal momento che
la stella britannica della musica è morta di sclerosi multipla oltre trent’anni
prima. Mentre insegue i fantasmi di un romanzo che non riesce a scrivere,
Cornell Woolrich esplora i segreti della città in cui vive. Dove soffia sempre
un vento rabbioso, il mare è ridotto a un immondezzaio e un’avveniristica
speculazione edilizia ha costruito vertiginosi palazzi dove prima c’era un
bosco. In compagnia di Jane Olsen,
un’eterea ragazza che trascorre le sue notti sotto il cavalcavia
dell’autostrada, scoprirà che nel quartiere diroccato del Vecchio Porto la
Industrial Brain Utopia sta mettendo a punto un progetto azzardato: trasferire
l’essenza stessa di un essere umano nella memoria di un computer. Per poi
riversare in un altro corpo tutti quei ricordi, le emozioni, i sogni. Nero è il
colore delle note nasce da una sfida. Quella che Romeo Toffanetti ha lanciato
ad Alessandro Mezzena Lona: scrivere una storia partendo da una trentina di
tavole che il disegnatore di Nathan Never, personaggio a fumetti di Sergio
Bonelli editore, ha realizzato senza seguire un preciso percorso narrativo. Ha
preso forma, così, un romanzo che rende omaggio a Cornell Woolrich, lo
scrittore americano capace di ispirare con le sue storie l’Alfred Hitchcock
della Finestra sul cortile e il François Truffaut de La sposa in nero. Un
viaggio in un possibile, oscuro presente che riporta alla memoria le atmosfere
Hard Boiled care a Raymond Chandler e Dashiel Hammett. Ma che si interroga, al
tempo stesso, sulle sempre più invasive manipolazioni tecnologiche sperimentate
sul corpo e sul cervello umano.
Alessandro Mezzena Lona,
nato a Trieste da una famiglia di origine trentina, per sedici anni è stato
responsabile delle pagine culturali del quotidiano «Il Piccolo». Nel 2013 ha
vinto il Premio Grado Giallo Mondadori con Non credere ai santi. Ha scritto i
romanzi La via oscura, La morte danza in salita, L’amore danza sull’abisso; ha
curato con Mitja Gialuz il volume Barcolana un mare di racconti, Premio
Speciale Marincovich 2019, pubblicato anche in versione inglese per
HarperCollins. Ne Il poeta delle pantegane
ha raccontato la vita e i versi di Federico Tavan. Cura il blog Arcane Storie e
collabora alla rivista «Doppiozero». Con Ronzani Editore ha pubblicato il
romanzo Il cuore buio dei Miracoli.
Romeo Toffanetti, è nato
a Buenos Aires nel 1963 e vive a Trieste. Debutta come fumettista nel 1985
sulla rivista «Orient Express»; dal 1989 disegna per la casa editrice Sergio
Bonelli le storie di Nathan Never. È pittore e incisore e lavora anche per il
cinema dal 2001, quando scrive e coproduce Oppalalay per i duo comico I Papu;
nel 2005 scrive e dirige il corto L’ultimo spettacolo, premio per la
sceneggiatura al Torino Film Festival; nel 2006 scrive e dirige Rockstalghia.
Nel 2009 il suo cortometraggio 5 ha debuttato al Festival di Cannes; nel 2022
il mediometraggio Salvadis è stato premiato al Pittsburgh Moving Picture
Festival come miglior film horror e migliore fotografia.